Laggiù è già tempo di vendemmia
Alle nostre latitudini, nei mesi invernali, le viti sono scheletri coperti di brina. Riposano in attesa della primavera, quando saranno pronte a riempirsi di gemme. Però, anche in questi giorni, è possibile vedere vigneti grondanti di grappoli. Basta attraversare l’Equatore e andare nell’emisfero australe. Perché in Sudamerica, nell’Africa del Sud e in Oceania sino al 21 marzo è estate e ci si prepara alla vendemmia. A seconda delle zone e dei vitigni, avviene tra febbraio e marzo, ma può essere anticipata anche a gennaio o arrivare sino ad aprile. E allora, ecco un piccolo tour per scoprire come viene vissuta la vendemmia in alcuni dei Paesi australi tra i maggiori esportatori di vino.
Cile
Non è da tutti farsi un viaggio a marzo in Cile, ma chi ne avesse l’occasione non rinunci a una sosta nella valle di Colchagua. Si trova a un paio d’ore d’auto da Santiago del Cile, la capitale, ed è la più blasonata zona vinicola del Paese andino. Il 75% della produzione della Colchagua Valley è di Cabernet Sauvignon, seguito poi da bianchi come Chardonnay e Sauvignon Blanc. Presenti anche vigneti di Merlot e Carménère. Oltre a degustare i vini nelle tenute locali, si può salire in teleferica sulla collina Chaman, a poca distanza da Santa Cruz. Alla sommità è presente un osservatorio astronomico e sono ricostruiti esempi di villaggi delle antiche popolazioni andine.
L’altra area cilena a vocazione vinicola e di grande pregio, soprattutto per i bianchi che sa offrire, è la Valle di Casablanca. È situata poco più a nord della valle di Colchagua e si prolunga sino alle coste oceaniche. La si può comodamente raggiungere da Valparaiso, dalla quale dista una quarantina di chilometri.
In Cile l’introduzione della vite risale alla metà del XVI secolo con l’arrivo dei conquistatori spagnoli e oggi la produzione è arrivata sino a 12 milioni di ettolitri di vino l’anno.
Argentina
La fortuna delle vigne argentine, come di quelle cilene, è di non patire gli attacchi di particolari malattie o parassiti. In quelle lande coltivare bio è estremamente semplice. I vitigni prevalenti sono la Criolla Grande e la Cereza, che deriverebbero direttamente dalle prime uve introdotte dai missionari spagnoli nel XVI secolo e che sono utilizzati prevalentemente per la produzione di vino bianco da tavola. Per i vini d’esportazione si utilizzano invece vitigni più pregiati. Per i bianchi il principale è lo Chardonnay, mentre di particolare interesse è il Torrontés, che dà vini aromatici e piacevoli, simili al Gewürztraminer. Fra le uve a bacca nera vi sono diversi vitigni introdotti dagli emigranti italiani e spagnoli, oltre a uve internazionali quali Cabernet Sauvignon, Merlot e Malbec (il vitigno più promettente tra i rossi argentini).
Per assistere alla vendemmia occorre recarsi in una delle zone vinicole, che sono tutte a ridosso delle Ande, verso il confine cileno, a eccezione di Rio Negro (la più a sud, in mezzo alla Pampa). Le principali aree sono Mendoza, San Juan, La Rioja e Salta. A Mendoza si ottiene il 70% della produzione vinicola. La zona è ubicata su un altopiano a 800 metri di altitudine e i vigneti sono coltivati sino a 1’200 metri d’altitudine, e in qualche raro caso anche a quote superiori.
Immense tenute, spesso proprietà di investitori vitivinicoli del Nord America e dell’Europa, hanno reso l’Argentina il quinto produttore di vino al mondo, il primo dell’emisfero australe con produzioni tra i 13 e i 15 milioni di ettolitri l’anno (per avere un’idea, è circa un terzo rispetto al maggiore produttore mondiale: l’Italia).
Sudafrica
Chi ha la possibilità di atterrare a Città del Capo tra gennaio e aprile può prendere la Route 62 e attraversare le Winelands. La Route 62 è considerata la strada del vino più lunga del mondo, visto che unisce la distanza di 850 km tra Città del Capo a Port Elizabeth. La Route 62 attraversa le zone vinicole di Wellington, Tulbagh, Worcester, Robertson e Klein Karoo e si snoda tra paesaggi incantati e città ricche di attrazioni: a partire da safari e sport avventurosi, come l’equitazione con gli struzzi. Chi ama il vino Porto può invece fermarsi a degustarlo a Calitzdorp.
L’uva più coltivata nel Sud Africa è lo Chenin Blanc, chiamata “Steen”, con la quale si producono soprattutto vini comuni. Le uve bianche sono comunque le più coltivate in Sudafrica, in particolare le “internazionali” Chardonnay e Sauvignon. Fra le uve a bacca rossa la più importante è il Cabernet Sauvignon, seguito da Cinsault, Merlot e Shiraz. È invece una peculiarità locale, ora presente in California e Nuova Zelanda, il Pinotage, incrocio prodotto tra Pinot Nero e Cinsault, col quale si producono buoni vini di qualità medio-alta.
Il 2020 è stata una vendemmia memorabile per il Sudafrica, la raccolta di uva da vino è cresciuta di oltre l’8%. Le condizioni meteorologiche sono state molto favorevoli nella gran parte delle dieci zone vinicole e anche la qualità dei vini è promettente. Si attendono vini eccezionali soprattutto da Chenin Blanc e Chardonnay. Mentre i rossi si prospettano pieni e con profili gustativi concentrati. Perciò vi sono grandi aspettative anche per la vendemmia 2021.
Australia
Se avete deciso di svernare in Australia, nei dintorni dei centri principali (Sydney, Canberra, Melbourne e Adelaide) si trovano le aziende vinicole che realizzano la maggior parte del vino che esce dalle cantine dell’isola-continente (che gareggia con Cile e Sudafrica per la sesta piazza tra i produttori mondiali di vino).
Un luogo imperdibile per chi ama la viticoltura è la Barossa Valley. A una settantina di chilometri da Adelaide, in un’area di rigogliosa natura, Barossa ospita i più grandi nomi dell’enologia australiana, tra cui Penfolds, Wolf Blass, Jacob’s Creek e Henschke Cellars. Vi è anche Seppeltsfield, l’unica azienda vinicola al mondo che offre ogni anno un vino di un’unica annata invecchiato di 100 anni: il Para 100 Year Old Vintage Tawny. Nella zona i vitigni utilizzati sono Shiraz, Cabernet Sauvignon, Mataro (che corrisponde al Mourvèdre francese), Grenache, Malbek Rosso, Riesling, Sémillon, Hermitage Blanc e Clare-Riesling. Inoltre a Barossa sono presenti anche numerosi ristoranti pluripremiati.
Piccola nota: la produzione di vino in Australia avviene anche nella zona occidentale, nei pressi di Perth, e persino sull’isola di Tasmania. Rari i vigneti nel Queensland e nei territori settentrionali. E anche i cugini neozelandesi si difendono bene: l’autunno lungo e secco (la nostra primavera) consente una maturazione lenta che dona profumi intensi.