Viña Vik, con la mente e con il cuore
Se qualcuno pensasse che il vino è semplicemente il risultato di un processo biologico, dovrebbe fare un viaggio nella valle di Cachapoal, in Cile, dove sorge Viña Vik.
Scoprirà un approccio olistico nel quale territorio, tecnologia, scienza, architettura, sostenibilità, ricerca, passione e arte si fondono per dare vita a tre etichette che hanno saputo scalare le classifiche dei migliori vini al mondo.
Alla ricerca della terra promessa
La storia di Viña Vik ha inizio nel 2004. Alex e Carrie Vik hanno uno sogno: arrivare a produrre i migliori vini del mondo. Lui è uno degli uomini più ricchi di Norvegia, la sua terra natale, ma per coltivare vigneti deve necessariamente viaggiare verso altre latitudini. La coppia, avvalendosi di esperti e ricercatori, alla fine, dopo due anni di valutazioni, sceglie il continente americano. In particolare un terroir in un Paese già vocato alla produzione di eccellenti vini, il Cile. Il luogo scelto è Millahue, nella valle di Cachapoal, ai confini con la provincia di Colcaghua, una delle storiche zone vinicole della nazione sudamericana.
A Millahue, che i nativi Mapuche chiamano “Lugar de Oro” (luogo d’oro), il paesaggio è maestoso. Vi sono 12 valli, tra i 500 e i mille metri d’altitudine, ognuna con il proprio microclima, le esposizioni al sole variano e s’incontrano le brezze costiere del Pacifico e i venti che spirano dalle Ande. Per chi produce vino significa poter affinare uve in grado di restituire enormi complessità e una varietà eccezionale.
In un’area di oltre 4mila ettari vengono impiantati poco meno di 400 ettari di vigneti di cinque differenti vitigni: cabernet sauvignon, cabernet franc, carmenere, syrah e merlot.
Il capo enologo Cristian Vallejo sovrintende alla viticoltura e alla vinicoltura, assicurando che le uve siano raccolte a mano e la fermentazione avvenga naturalmente senza lieviti aggiunti. I vini vengono invecchiati in una combinazione di botti di rovere francese nuove e usate, utilizzando percentuali differenti dei cinque vitigni.
Quando la bottiglia diventa un’opera d’arte
Attualmente Viña Vik produce tre etichette di vino rosso: VIK, Milla Calla e La piu belle (quest’ultima c’è anche in versione rosé).
VIK è l’etichetta più pregiata, commercializzata a partire dal 2010. È un rosso importante, da aprire per un’occasione speciale. È prodotto a partire da una fermentazione in acciaio seguita da una maturazione di 24 mesi in legno. Il suo prestigio tra gli addetti ai lavori è cresciuto in pochi anni e VinePair nel 2018 l’ha classificato al 3° posto tra i migliori vini al mondo.
L’uvaggio è Cabernet Sauvignon 67%, Cabernet Franc 17%, Carmenere 14%, Merlot 2% e Syrah 4%, il colore è rubino profondo con lievi tocchi granato. All’olfatto sentori di frutti rossi maturi, seguiti da sensazioni di tabacco, spezie dolci e sfumature minerali. Si abbina perfettamente con secondi di carne rossa e selvaggina.
Il Milla Calla è un vino per chi ama bere bene in ogni occasione. È stato messo in produzione nel 2012. La maturazione è svolta in legno per almeno 23 mesi. L’uvaggio è composto da Cabernet Sauvignon 67%, Carmenere 17%, Merlot 11%, Cabernet Franc 4% e Syrah 1%. È rosso che la rivista Wine Spectator indica tra i migliori vini al mondo (22° posto nel 2018). Il colore è rosso rubino intenso e luminoso, con riflessi granato. Profumi di fragola e lampone con note floreali e speziate. Un vino dalla grande armonia e persistenza che ben si adatta a secondi di carne rossa, alla brace, ma anche a formaggi stagionati.
Sempre nel 2012 nasce l’idea di produrre una terza etichetta: La piu belle. Un vino rosso con un uvaggio Cabernet Sauvignon 45%, Carmenere 40%, Syrah 10% e Merlot 5%. Si sentono aromi di frutta rossa di lamponi maturi e rigogliosi. In bocca è rotondo, ampio e setoso, con un’acidità delicata ma concentrata. Da sorseggiare con un petto d’anatra affumicato o del salmone alla griglia.
Il fascino de La piu belle non è però solo nel contenuto della bottiglia ma anche nel contenitore. La bottiglia riproduce infatti un’opera appositamente ideata dal pittore cileno Gonzalo Cienfuegos. La sua è risultata la più bella tra quelle realizzate da una ventina di artisti internazionali chiamati da Alex e Carrie Vik per illustrare una bottiglia. L’ispirazione era venuta loro da uno dei loro pittori preferiti, il surrealista belga René Magritte, che negli anni Cinquanta del Novecento aveva dipinto delle bottiglie di vino.
La bottiglia propone una figura femminile su un fondo celeste. Rappresenta Freya, una mitica figura nordica che ora ha preso casa a Viña Vik e ne sorveglia la terra, il cielo, il sole e la nebbia, fondamentali per riuscire a produrre le uve della “valle d’oro”.
Nel 2019 è poi nata anche la versione rosé di La piu belle, con Cabernet Sauvignon all’86%, Cabernet Franc 10% e Syrah 4%. Sentori che spaziano dalle bacche rosse mature alla lavanda e violetta. Consigliato con paella o salmone affumicato su pane tostato con ricotta e olio extravergine di oliva.
Architettura hi-tech e panorama mozzafiato
La cantina di Viña Vik è un concentrato di tecnologia e architettura d’avanguardia sposate alla causa dell’eco-sostenibilità e a un’estetica suggestiva. A progettarla è stato l’architetto cileno Smiljan Radic, che nel 2007 ha vinto il concorso di architettura indetto per dare una degna casa ai grandi vini di Vik.
La cantina è pensata per avere un impatto minimo sul paesaggio. Il tetto dà l’impressione di un’enorme ala bianca ed elegante sospesa sopra la struttura sotterranea. L’accesso alla cantina avviene da una bella piazza attraversata da acqua corrente che scorre verso l’edificio. Lo specchio d’acqua vede un’affascinante installazione scultorea di roccia fluviale che i visitatori possono apprezzare camminando sulle passerelle, osservando i riflessi delle montagne e dei vigneti circostanti.
Nella cantina si raggiunge la sala della degustazione salendo dalla Fermentation Hall (la sala di fermentazione) nella Barrel Room (la stanza delle botti), dove tra botti leggermente illuminate, impilate su entrambi i lati, si può ammirare l’opera dedicata al terroir splendidamente dipinta da Eduardo Cardozo.
Vik è una cantina all’avanguardia dal punto di vista della sostenibilità. Utilizza il free cooling, un sistema di raffreddamento che sfrutta la sola differenza di temperatura con l’ambiente esterno, oltre a energia solare e isolamento naturale. Lo specchio d’acqua raffredda la temperatura ambiente delle botti senza utilizzare energia, e la stessa umidità permette alla temperatura di salire. Il tetto traslucido consente il lavoro diurno senza bisogno di luce artificiale e la cantina coibentata mantiene naturalmente piccole differenze di temperatura al momento del raffreddamento e del riscaldamento, richiedendo complessivamente meno energia.
L’altro gioiello architettonico di Viña Vik è l’hotel che sorge sulla collina offrendo un panorama a 360 gradi sulla valle. È stato realizzato nel 2014 su progetto dell’architetto uruguayano Marcelo Daglio. Il tetto galleggiante e strutturale di titanio e bronzo ricorda la lezione decostruttivista di Frank Gehry. L’edificio vede al centro un patio centrale con giardino zen circondato da fiori colorati. Nella hall sono presenti notevoli opere d’arte, tra cui dipinti di Roberto Matta e un dittico dell’iconica serie di Anselm Kiefer “La vita segreta delle piante”. L’hotel ospita anche il ristorante Milla Milla, dalle pareti in vetro per meglio godere una vista fenomenale sulla valle e sulla piscina a sfioro. Le camere, tutte a tema, sono 22 e vi sono anche 7 bungalow privati con pareti in vetro. Un concentrato d’architettura d’avanguardia, arte e spettacolo naturale.